L’industria turistica in Italia è una risorsa inestimabile, strategica ed imprescindibile per il futuro del nostro Paese. Il turismo ricettivo lo è ancor più di quello attivo perché ha un valore, oltre che economico, di per se importantissimo, anche culturale e sociale. Culturale, perché è attraverso gli occhi degli altri che conosciamo meglio noi stessi, spinti dall’esigenza dell’incontro, del confronto e dal piacere di condividere. Sociale, perché il turismo ricettivo è opportunità di lavoro, di crescita professionale, di ricerca, di valorizzazione, di futuro ormai presente.
Roma e l’Italia sono chiamate oggi al confronto globale, alla concorrenza con altre destinazioni agguerrite e molto più preparate sotto vari aspetti. Certo, noi dalla nostra abbiamo l’esperienza ed alcuni punti di forza ma sappiamo che i mercati emergenti sono ancora terra di conquista per noi e per i nostri concorrenti.
Nulla è perduto: occorre rimboccarsi le maniche promuovendo il dialogo tra istituzioni, professionisti, associazioni di categoria nazionali e locali, al fine di facilitare il fiorire di attività turistiche, lasciando da parte balzelli ed impedimenti burocratici. Inoltre, occorre promuovere l’ elaborazione ed il perfezionamento di nuovi prodotti turistici a vocazione locale, accessibili, sostenibili e di qualità, ai quali attribuire un giusto valore.
La rilevanza economica, culturale e sociale del turismo ricettivo in Italia, ed in particolare a Roma, l’affermarsi delle micro-ricettività come valide alternative di alloggio turistico, il particolare periodo di congiuntura che ha evidenziato alcune lacune proprie del sistema turistico italiano, hanno spinto un gruppo di proprietari e gestori di micro-ricettività romani ad organizzarsi, a farsi promotori di un progetto e a condividere una visione di insieme: fare la differenza nel settore ricettivo inserendosi nelle dinamiche di mercato senza più subirlo.
Progetto e visione senza dubbio ambiziosi e dei quali mi sono fatto portavoce e promotore sin dal principio. Ecco perché nasce Host4Guest. Siamo convinti che solo proponendo una figura più proattiva e preparata di gestore/proprietario, definito “Host”, si possa far fronte ad importanti problematiche burocratiche e di mercato comuni.
In soldoni, per questi gestori e proprietari volenterosi, come anche per me, se vuoi lavorare e vivere di turismo in maniera professionale, non basta più avere delle disponibilità ed immetterle nei canali on line: occorre una maggiore consapevolezza di alcuni limiti oggettivi delle nostre tipologie di ricettività, dei canali di distribuzione che si usano normalmente ed occorre una preparazione tecnica oltre che omogeneità d’azione della categoria.
Host uniti e preparati sono importante presidio nella difesa del valore, non solo economico, del prodotto turistico del quale sono parte integrante ed espressione allo stesso tempo, in un contesto sempre più globale, fortemente concorrenziale, votato a dannose spirali inflazionistiche. Le associazioni che rappresentano questi Host preparati devono essere anche partner sui quali le istituzioni possono e devono contare nell’affrontare diverse tematiche di competitività.
L’associazione Host4Guest si propone, in primo luogo, di far incontrare gli Host di Roma, di creare per loro occasioni formative e di confronto. Inoltre, si propone come rappresentante di una attualissima forma di micro-imprenditoria turistica, legata al territorio e dall’alto risvolto sociale.
Il nostro gruppo di host crede fermamente che occorre lavorare sull’offerta turistica, troppo frammentata, indifesa, impreparata e spesse volte improvvisata. Crediamo che si debba lavorare sulla salvaguardia del valore economico, culturale ma anche umano di un prodotto turistico. Essere sul mercato e non subirlo è condizione fondamentale specie per le piccole strutture. Per non subire occorre sapere, prepararsi, affiancarsi e magari unirsi con i vicini e far barriera a negative dinamiche quotidiane comuni.
Le singole micro-ricettività non possono tirarsi fuori da tutto questo: devono partecipare attivamente ed in maniera organizzata al fine di vedersi riconosciuto quel ruolo che, seppur frammentato, hanno nella realtà economica, culturale e sociale nella quale operano.
Sin da un principio, con i miei compagni di percorso, avevamo capito che il cammino intrapreso sarebbe stato lungo e complicato: alle problematiche burocratiche, alle incomprensioni tra soggetti operanti nel settore, si sarebbero aggiunti differenze di pensiero e incomprensioni personali, figli dei rapporti umani. Tuttavia, un importante lavoro di squadra, la nascita di amicizie vere, il condividere nelle avversità quotidiane anche personali, il conseguimento di piccoli traguardi associativi, hanno consentito la crescita di un gruppo che spero vivamente si infoltisca sempre più. Noi ce la metteremo tutta. Che ognuno faccia la sua parte.
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